Da borsa della spesa a tendenza
La borsa della spesa d’ispirazione rétro mi affascina — scommetto che non l’avevi notato — mi ricorda l’infanzia e non mi sono fermata al primo acquisto: ne ho una vintage e una più contemporanea.
Quella vintage, con la sua storia da raccontare è per la spiaggia.
Quella contemporanea, reinterpretata da Marni, è per la città.
Entrambe sono state una conquista.
Il modello di Marni quando l’ho acquistato, due anni fa da Altra Moda, era introvabile — oggi invece è disponibile su Farfetch — mentre il modello vintage, che ho acquistato per andare al mare, non riuscivo a stanarlo perché non sapevo esattamente come cercarlo.
Questa borsa, in italiano, non ha un nome proprio, e se ce l’ha io non sono riuscita a scoprirlo. Marni la chiama market bag. I siti e le riviste di moda italiani la definiscono una shopper di nylon d’ispirazione vintage.
In Spagna invece l’ho trovata con un nome davvero simpatico e descrittivo. La chiamano chivata: spiona.


Anche Zara ha proposto la sua versione della chivata — che ha sollevato in Messico accuse di appropriazione culturale ed ha obbligato il brand a ritirare il modello dal mercato messicano, ma di questo ne parleremo un’altra volta — con i manici in acrilico.

La borsa della spesa, semplice e un po’ kitsch, è pratica. Può contenere davvero di tutto. L’unico consiglio che mi permetto di darti è di usare buste per conservare le cose che non vuoi mostrare. Perché lo sai, questa borsa è un po’ pettegola.